Mentre guidava si concentrò sul suo scopo: recuperare i piani di dominio dell'Universo che i topek conservano in un quadernone, chiuso dentro una scatola da stivali in pelle di cobra, nella cassetta di sicurezza della più importante banca del pianeta. Sapeva già che il piano consisteva in un format televisivo in grado di rimbecillire gli spettatori più di ogni altro nella storia. La palma d'oro in tal senso era ancora detenuta da una coppia italiana che fece programmi televisivi su reti private a partire dagli anni novanta del ventesimo secolo, una prima versione di un piano di dominio del mondo, che ebbe quasi successo, tra l'altro. Sapeva che, a grandi linee, il piano originario prevedeva l'esposizione di un demente su un trono finto, in guisa di rimbecillitore delle donne, ed un piccolo stormo di oche dall'aspetto conturbante che dovevano contendersi il demente, come se averlo valesse il minimo sforzo. Le oche avevano la capacità di annientare l'intelletto degli uomini posizionati davanti alla tv. Il genio consisteva nel fatto che i protagonisti visibili del piano erano così idioti da non capirlo loro stessi.
Ora doveva violare la sicurezza della banca e conoscere i dettagli del nuovo piano (più dementi? O dementi più dementi? Più oche?).
Aveva già provato a passare dalle fogne, a fingere di essere un pompiere intervenuto per un incendio, ad addestrare un petauro che si sarebbe dovuto intrufolare e far scattare ripetutamente l'allarme di notte (invece si era infilato nel distributore di snack ed era stato trovato morto, perché si scoprì che era diabetico), a depositare lui stesso i gioielli di famiglia per lasciare nella cassetta un iRagnoRobotdelfuturo da spionaggio (e ci riuscì, ma la batteria lo abbandonò quasi subito), ad arruolare un'anziana signora dall'aspetto innocuo e un po' svanito (la signora, una volta arruolata ed addestrata, non giudicò consona la missione, ora fa la mercenaria in Angola) ed a insinuarsi all'interno del locale condizionatori... l'ultimo dei tentativi.
Ora aveva un idea diversa: avrebbe rapito il topek che si era occupato di progettare, in collaborazione con gli umani, il sistema di sicurezza della banca. Lo avrebbe convinto, con le buone o con le cattive, a rivelargli i punti deboli del sistema. E li avrebbe sfruttati.
Quel tizio stava in una città oramai vicina. Un'ora dopo vide il cartello: 'Smog, 12 miglia'. Da quel punto procedette nella nebbia, nel fumo, nel particolato. Gli abitanti di Smog consideravano gli stranieri dei deboli viziati. Gli stranieri consideravano gli Smogghesi dei pazzi che vivevano in una nube tossica, calpestavano pozze tossiche e mangiavano cibo tossico. A loro, però, piaceva così.
Alla prima curva, in città , Rock schiantò Mamma contro un chiosco di qualcosa (non riusciva a vedere cosa). Il tizio del chiosco non capì cosa avesse fatto quel macello e nessuno dei passanti si accorse di nulla, perché nessuno aveva visto niente, a causa della nebbia fittissima. Rock parcheggiò Mamma, ancora tutta intera, pensò di legarla con una catena, ma questo scrupolo gli venne quando aveva già percorso alcuni metri a piedi e, girandosi, non vide più il punto in cui aveva parcheggiato. Proseguì seguendo la linea in terra che diceva 'Centro'. Si scontrò con numerosi umani e topek, tutti con una gran brutta tosse ed arrivò, infine, sopra un cerchio rosso all'interno del quale c'era scritto 'Centro'. Intorno a lui doveva esserci qualcosa, palazzi, persone, ma non vedeva nulla, veniva solo urtato occasonalmente. Sapeva, però, che era questione di tempo. Guardò l'iOrologioSpazialedelFuturo. Era scarico. Pazienza, attese. La sirena suonò. Gli enormi ventilatori iniziarono a soffiare e la nube tossica si diradò. Aveva due ore. Riconobbe il palazzo dell'Associazione Elementi Cancerosi, una multinazionale impegnata nelle estrazioni e nel campo dei fast food, la sede delle onoranze funebri più potenti della città (una vera istituzione), l'ingresso del Parco della Salute, una distesa di terra battuta, al centro della quale si poteva ammirare un bel laghetto marrone con pesci a due teste ed anatre tossicodipendenti dedite al saccheggio ed allo stupro di volpini e Chihuahua e una serie di caseggiati, grigi e marroni. Rock si rivolse ad un passante : "Scusi, le posso chiedere un indicazione?"
Attese che il passante smettesse di tossire, imprecare e vomitare.
"Lei è pazzo, non si parla all'esterno, comunicare aumenta il volume di aria inspirata!"
"Si, ma può anche solo indicarmi la strada..." - rispose Rock
"Lei è pazzo, muovendo il braccio aumento il fabbisogno di ossigeno e quindi la respirazione!"
"Sì, ma allora mi faccia solo un cenno con la testa..." - ribattè Rockers che stava perdendo la pazienza...
"Lei è pazzo muovendo il volto su è giù spingo aria nel naso e..." - non finì la frase.
Rock, un minuto dopo, ammirava il passante arrotolato ad un palo, privato di alcuni denti, privato dei vestiti (non sapeva bene perché l'istinto lo avesse spinto a ciò) e, soprattutto, privato dell'iniziale scontrosità . Catene, legacci e bavagli avevano un che di estetico.
"Ricominciamo..." - iniziò.
E pose nuovamente la domanda. Il tizio, immobilizzato, reso muto e sordo, insisteva nel non voler collaborare.
'Sono tosti questi...' pensò Rockers 'quasi come l'impiegato delle poste...'
Tentò lo sguardo ottanta, autorità ed oppressione, il ventidue, cameratismo, il novantanove, follia omicida... niente. Il tizio si agitava, mugolava, ma non indicava, né spiegava. Doveva passare alle maniere forti, e doveva farlo alla svelta, poiché gli altri abitanti, pur abituati a scene simili, la città era infatti nota per la grande tolleranza verso le espressioni di reciproca rivalità , cominciavano ad esserne infastiditi.
Rockers fissò l'uomo ed aumentò la risoluzione dei suoi occhi bionici per interpretare un riflesso sull'iride della sua vittima... quest'uomo aveva preso la metropolitana e si poteva notare ancora una traccia della mappa che andava consultata per scegliere la linea. Ecco la soluzione. Catturò un altro petauro che si nascondeva dietro ai primi alberi del parco e lo addestrò a liberare l'uomo dopo un certo lasso di tempo. Non era sicuro che l'animale avrebbe eseguito, i petauri sono noti per la loro tendenza alla violenza, non per nulla sono in cima alla scala alimentare. Si diresse verso la metropolitana calcolando, rapidamente, che avrebbe potuto godere di un altra ora abbondante di visibilità . Scese le scale, trovò la mappa e trovò anche la posizione di via del Colpo Secco, dietro il quartiere Malapanza. Non aveva denaro... doveva rubarlo. Sulla banchina solo impiegati delle poste... obiettivi impossibili. Poi ecco la soluzione: una simpatica vecchina... Rock non ebbe tentennamenti, la missione era importante, si avviò a compiere lo scippo perfetto.
In un attimo si trovò a terra con un braccio slogato, una decina di ematomi, la mente confusa ed un AK47 puntato sull'inguine...
"Rock... sei tu?"
"Agnese..." - mugolò Rockers, riconoscendo quella che doveva essere una delle soluzioni per la sua missione - "non eri in Angola a torturare dissidenti?" - e sputò sangue in un angolo.
"Si, Rock, anzi non ti ringrazierò mai abbastanza per il fantastico lavoro che mi hai procurato, ma oggi era il giorno della pensione..." - così dicendo abbassò l'arma, la smontò in un attimo e la nascose nella borsa. Rock ricordò che quando, durante l'addestramento, la vide montare un AK47 in tre secondi netti, e se ne stupì, lei giustificò la cosa dicendo 'Mi sono allenata a lungo, con la fantasia, per far fuori quel bastardo di mio marito'.
Lo aiutò ad alzarsi, si fece spiegare perché fosse impegnato a borseggiare le vecchie, consegnò qualche spicciolo a Rock, si allontanò eseguendo un perfetto passo del giaguaro sul soffitto. A Rock non piaceva mai quando Agnese ruotava la testa di cent'ottanta gradi per guardare in basso mentre strisciava sul soffitto a pancia in su, ma lei spiegò che era in grado di farlo perché 'Si era allenata a lungo, con la fantasia, per far fuori quel bastardo...'
Non gli piaceva nemmeno quando i suoi occhi diventavano rossi e luminosi e ti trasmetteva dei pensieri direttamente nella testa : 'Attento Rock, il mondo è pieno di gente strana!'.
Comunque tutto procedeva al meglio. Ora Rock doveva solo sopportare un quarto d'ora in una vettura di metropolitana piena di ferocissimi impiegati delle poste, trovare il progettista, convincerlo e chiudere la faccenda. Nulla di più facile.