Quanto conta la risoluzione e cos'è la densità : Intuitivamente sappiamo tutti che un "disegno" (pertanto anche una serie di caratteri, perché, da quando sono state pensionate le macchine per scrivere, un carattere non è un oggetto univoco, ma un tratto, disegnato come qualunque altro oggetto grafico) viene realizzato, su carta, dal depositarsi dell'inchiostro che viene rilasciato dalla nostra penna, o matita, o dal pennello.
Differenti popoli hanno realizzato differenti simboli per il medesimo concetto, ma per tramandare tali segni ai posteri si è tutti d'accordo sull'uso di una superficie in grado di accogliere una grafia e, se possibile, preservarla nel tempo.
http://www.joyokanji.com/sites/default/files/HowCanIAcquire2.pngOgni superficie ha dei limiti di "precisione" nell'accogliere la grafia. Tali limiti sono, talvolta, dati anche dallo strumento che appone la grafia sulla superficie.
Se prendiamo un foglio di carta assorbente e un pennello molto bagnato potremo apporre solo segni di ampie dimensioni. Se sulla stessa superficie utilizziamo una penna a sfera potremo apporre segni più piccoli. Se in una stampante fotografica utilizziamo carta fotografica "ad alta risoluzione", otteniamo segni e immagini molto definite. Se nella stessa stampante usiamo carta "comune" otteniamo una minor precisione, ovvero definizione.
Ecco che abbiamo introdotto il concetto di "definizione", ovvero la capacità di restituire all'occhio, oppure all'analisi di uno strumento, una grande precisione, distinzione, definizione appunto.
Che il destinatario del prodotto sia l'occhio umano, oppure uno strumento, abbiamo poi un limite "di utilità " nel salire di definizione. Può risultare, infatti, inutile realizzare una stampa ad una risoluzione fortemente superiore alla capacità della vista umana.
Il mondo tende a concentrarsi su standard comuni ed ecco che per una stampa DIN A4, ovvero una stampa universalmente considerabile di buona definizione, abbiamo deciso (e sperimentato) che alla distanza di 25cm l'occhio distingue, nello spazio di un millimetro 6 linee nere, ovvero 12 in tutto, tra le nere e le bianche che le separano. Non di più, con le ovvie differenze tra le persone.
E' possibile, ma poco utile, stampare una rivista A4 alla definizione di 120 linee per millimetro.
Se leggiamo un quoditiano abbiamo una superficie in grado di accogliere circa 90 linee per pollice. Ecco che arriva il pollice. Quanto è grosso un pollice? Precisamente 2.54cm. La carta comunemente usata per un quotidiano permette la stampa di circa 90 linee distinte per ogni pezzetto da 2 cm e mezzo. Ovvero circa 40 per centimetro. Ovvero circa 4 linee per millimetro.
Perdonate la dimensione della prossima immagine :
http://wallbasehq.com/images/bigest/1024x768_war-tanks-world-war-i-newspaper-wallpaper.jpgCome vedete questo quotidiano (anzianotto, in verità ) è mediamente definito, consente la lettura, ma ci accorgiamo che non è il massimo (ci sarebbe poi da considerare che abbiamo una serie di "lavorazioni" in più, la scansione, la presentazione sul monitor, ecc... ma per fare un esempio va bene così).
Le riviste sono più definite. I libri d'arte ancor di più.
Come "definiamo la definizione":
Abbiamo parlato di linee per pollice, un concetto abbastanza intuitivo. Non è però così che definiamo la "precisione" di tutte le superfici.
Non ci è mai saltato in mente di considerare la definizione di un quotidiano o di una rivista in termini di punti totali (possibili) sul lato lungo moltiplicati per i punti totali (possibili) sul lato corto. Al contrario siamo soliti definire una televisione HD come capace di 1920x1080 punti.
Il metodo comunemente usato per i display non ha molto significato, o meglio, non lo ha se non è nota la superficie su cui tali punti si distribuiscono. Pensate ad una scacchiera.
http://www.math.cornell.edu/~numb3rs/lipa/597px-Chess_Board.svg.pngHa un numero definito di caselle, se abbiamo abbastanza pedoni per coprirle tutte possiamo divertirci a realizzare dei disegni (fingiamo che le caselle non siano di differenti colori, ma neutre). E' però ovvio che se la scacchiera è molto piccola otterremo un disegno gradevole a un metro di distanza, se è molto grande, pur non cambiando il numero di punti, o pedoni, o caselle, la sensazione sarà differente.
Pertanto definire con i punti massimi verticali ed orizzontali la capacità "grafica" di una superficie è, come minimo, non corretto, perché non ci fornisce un dato realmente utile. Nel caso delle TV realizziamo un paragone con il pregresso e ci basta, ma non stiamo valutando correttamente la definizione del pannello.
Ecco che torna più utile rappresentare la definizione in punti verticali * punti orizzontali / superficie nota, ma non si fa perché diventeremmo matti a dire "è più definito un televisore 1920*1080 da 50 pollici oppure uno 1280x768 da 27 pollici?". Ci sono formule di conversione, ma... perché??
E' meglio cercare (se disponibile, se no ben vengano le formule) un dato che semplicemente mi dica "quanto è capace, in termini di definizione, quella superficie, presa un area standard uguale per tutti?".
Ecco che torniamo al pollice, che è l'area standard, ovvero 2,54cm, di diagonale, nel caso dei display. Ora possiamo fare paragoni, non in linee, ma, per motivi che, se volete, vedremo, in punti. Numero di punti che il display può visualizzare in un area avente una diagonale di un pollice.
http://img.gizmag.com/2014-smartphone-comparison-1-8.jpg?dpr=2&fit=max&h=530&w=530&s=9c506d1910d0e019ca82267f16076919Gli smartphone in figura hanno display di dimensioni differenti, ma non ce ne frega nulla. La definizione è immediatamente comprensibile, grazie ai "punti per pollice" ovvero DPI o PPI (DOTS per inch, oppure POINTS per inch). Siamo certi che il telefono con più PPI è più definito.
Però. come abbiamo detto prima, è inutile realizzare un prodotto superiore alle capacità di fruizione dell'utilizzatore finale, perciò...
Qual'è la risoluzione dell'occhio umano : il termine non è corretto. Potremmo chiederci "qual'è la
risolvenza, ovvero la capacità di distinguere i dettagli, dell'occhio umano?". Il discorso è molto complesso, ma preso un occhio "perfetto", in condizioni di luce perfette, quale risoluzione limite è in grado di apprezzare?
Ecco qui :
http://www.clarkvision.com/articles/eye-resolution.htmlRiporto uno stralcio, nell'articolo linkato trovate tutte le definizioni e gli approfondimenti che io non sono in grado di capire:
Note in a recent printer test I showed a 600 ppi print had more detail than a 300 ppi print on an HP1220C printer (1200x2400 print dots). I've conducted some blind tests where a viewer had to sort 4 photos (150, 300, 600 and 600 ppi prints). The two 600 ppi were printed at 1200x1200 and 1200x2400 dpi. So far all have gotten the correct order of highest to lowest ppi (includes people up to age 50)
In pratica pare che, nel caso delle stampe, un gruppo di persone abbia distinto correttamente la risoluzione di 600ppi, oltre a trovare ancor più definite le immagini da 600ppi stampate a risoluzione superiore (presumo per annullare il "difetto" che può manifestarsi nello stampare un immagine di una certa definizione con una stampante con la medesima definizione, eventualmente ne parliamo...)
Questo si applica solo alle stampe ed ai display da lettura, non credo serva una tale risoluzione in una TV. Per ciò che concerne i display parrebbe esserci ancora un certo spazio per il miglioramento, ma personalmente dubito ci sia utilità nell'andare oltre i 400ppi e dubito che si possano considerare "non abbastanza definiti" display da 300ppi, soglia che mi permetto di indicare come ottimale.
Siamo quindi arrivati a capire di cosa parliamo, nel prossimo post presenteremo i differenti modelli con le risoluzioni specifiche.