Caio a tutti,
è un po' che latito, e riappaio qui dopo tre mesi riagganciandomi qui per un libro che ho trovato tra i migliori che abbia letto nell'ultimo anno.
Leggo adesso: i giudizi vanno da geniale a noioso. Io l'ho preso con un'offerta, ma la voce narra te da soldato americano pieno di "fuck" mi ha tenuto lontano. Poi mi chiedo quanto posso leggere di uno che sopravvive da solo su un pianeta deserto... pensa che non hoai finito Robinson Crusoe!
Quindi è il (sotto)genere che non ti dice nulla, più che il libro in particolare. Per pignoleria: il protagonista non è un militare, ma un biologo (stiamo parlando di *The Martian* di Andy Weir, no?) e, sì, ogni tanto usa *fuck* – a partire dall'incipit: «I’m pretty much fucked.» – ma non più del registro informale dell'anglofono medio, per giunta in pericolo di vita, e che sta registrando qualcosa che non spera possa mai raggiungere la Terra. Qualsiasi altra scelta lessicale sarebbe stata artificiosamente edulcorata.
Il romanzo stesso, se si apprezza il sotto-sotto-genere “personaggio che è afflitto da mille problemi ma non si perde d'animo e se la cava in modi ingegnosi che vengono descritti in dettaglioâ€, è memorabile; se non si apprezza il sotto-sotto-genere poco male: altri libri belli non mancano.
Ciao a tutti,
Daniele