Lui si riferisce alla tipologia occidentale prevalente. Chiaramente ci sono Paesi in cui la configurazione consumistica tipica è meno presente, ciononostante le sue ripercussioni sono globali. Al momento sono a metà circa di "Vita Liquida" e pur con alcuni distiguo mi pare una fotografia abbastanza corretta della società , considerando che per analizzare i vari rivoli a latere del fiume ci vorrebbero assai più di 200 pagine e considerando che un'analisi contemporanea appena è scritta inizia ad essere vecchia.
Non nego che, come molti, tende a descrivere con maggior spazio ciò che conferma la sua tesi, né che alcuni aspetti vengano totalmente trascurati, proprio in relazione al consumismo. Al momento, per esempio, non si fa cenno al miglioramento (qualitativo, non di performance) del servizio che ci aspettiamo da un bene, miglioramento dovuto alla continua esigenza di evolvere per soddisfare il consumatore. Non c'è dubbio che passare da auto che andavano asciugate dopo la pioggia e tagliandate ogni 5000km, ad auto attuali sia, per l'utente, un vantaggio, mentre nel testo che sto leggendo il consumismo è indicato solo come un regime che crea bisogni, per soddisfarli brevemente e poi subito disattenderli, creandone altri, in contrasto con la precedente società dei produttori, dove avendo un enorme mercato vergine di tanti beni essi venivano prodotti con in mente il valore d'uso, tra cui la durata, che era la prima preoccupazione dell'utente.
In questo senso, al momento, "Vita Liquida" non è completo (sia chiaro che non parla solo di questo), ma per ora lo trovo comunque un testo molto interessante, da mediare con altri che lo completino e confutino com'è giusto per ogni cosa.