Finito "Sopravvissuto alla bomba atomica" di Akiko Mikamo. E' la storia del padre della scrittrice, ancora vivo quando il libro è stato scritto (ed ancor vivo oggi) e, ovviamente, testimone dei fatti del 6 agosto 1945 ad Hiroshima e di ciò che accadde in seguito.
Ci sono molte informazioni utili, in questo libro, ma nulla più. Niente emozioni, talvolta per una incomprensibile assenza di esternazione delle stesse, talvolta perché tale esternazione è stata tentata, ma non raggiunta, a causa di uno stile troppo distaccato, troppo asettico.
Non che mancassero le basi per un "romanzo" toccante, l'uomo, Shinji Mikamo, non è un tizio che stava su una collina a 20km e che poi ha passeggiato tra le rovine. E' stato investito dalla deflagrazione, dall'onda di calore, dalle radiazioni, la bomba è esplosa a 1km da lui ed ha sofferto moltissimo e perso veramente tutto. Inoltre ci sono molteplici aspetti della società giapponese del tempo, qui descritta, che evidenziarono ed enfatizzarono la sua sofferenza.
Ma il libro manca il bersaglio, non mi pento di averlo letto, ho ottenuto un accrescimento, ma l'obiettivo del testo era conficcare un punteruolo nei cuori dei lettori e non ci è riuscito.