Oggi sto rileggendo (cosa per me rara) un libretto speciale che ho nello scaffale da tanti anni, e che da un po' mi richiamava.. è "La banalità del bene", documento di Enrico Deaglio su Giorgio Perlasca, e i rubinetti degli occhi mi si sono subito riaperti..non so resistere all'eccezionalità di questa storia incredibile e fortunatamente vera.
Ancora più incredibile è l'oblio, vergognoso a dir poco, riservato per oltre 50 anni, dalle istituzioni mondiali (compreso lo Stato italiano) a questo eroe immenso, un umile commerciante di carne, solo e pure ricercato, che negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale, riuscì, grazie a un infinito coraggio e una grandiosa sfacciataggine, fingendosi un diplomatico spagnolo, a salvare la vita di circa 5000 ebrei ungheresi.
Proprio robetta da niente.....
Tornato a casa, Perlasca non fu creduto, neppure dall'adorata moglie; le istituzioni lo ignorarono, al punto che lui stesso, col passare del tempo, quasi si scordò della sua impresa. Fino al 1987, quando un gruppo di donne ungheresi superstiti alla strage, memori dell'inferno patito da bambine, decisero di rintracciarlo. E siccome da cosa nasce cosa, il mondo seppe. La storia di Giorgio Perlasca fu illustrata per la prima volta a Mixer di Giovanni Minoli, e ricostruita da Enrico Deaglio nel libro.
Perlasca morì nel 1992, nella sua casa di Padova, ma il suo immenso altruismo, e le sue gesta, non sono morte con lui. Alla domanda postagli per l'occasione da Minoli sul motivo per cui gradisse di vedere finalmente divulgata la sua storia, rispose che non si sentiva affatto un eroe, ma piuttosto, pari a un ladro che, avendo l'occasione giusta, diventa ladro, e che fosse importante che le generazioni presenti e future ne fossero a conoscenza, per poi riuscire ad opporsi a violenze di tale portata.
Perlasca, un magnÃfico impostore a fin di bene, è stato ricoperto di sacrosante onorificenze, fra cui quella di Giusto fra le Nazioni.