Messe da parte, per qualche tempo, le letterature straniere, ho deciso di colmare qualche lacuna (e ne ho parecchie..😳) riguardante la nostra produzione nazionale.
Non cerco giustificazioni alla mia imperdonabile trascuratezza, senonché, a dire il vero, fin dai tempi della scuola dell'obbligo, ho percepito le opere italiane come barbose, pesanti...non mi piacevano mai le letture imposte dagli insegnanti, e quando avrei forse potuto apprezzarle di più, la Scuola era ormai, per me, un lontano ricordo..
E perciò, oggi ci riprovo!
Ho cominciato qualche giorno fa con uno struggente racconto di una monaca infelice, la "Storia di una Capinera", scritto da un giovanissimo Giovanni Verga.
Il libro mi ha stupito piacevolmente per la prosa insospettabilmente fluida e scorrevole, anche se non amo particolarmente i temi pessimistici tipici del Verismo tanto caro al Verga.
Dal primo Verga, sono saltata a un altro suo corregionale, Pirandello, con "Il fu Mattia Pascal".
Stile e linguaggio sono abbastanza diversi da quelli di Verga, i periodi tendono alla ridondanza e il vocabolario è piuttosto antiquato, pieno com'è di termini aulici od ormai in disuso. Però non mi scoraggio😃, anche perché il libro è veramente bello e la trama intrigante assai.
E oggi, tanto per sperimentare nuove formule, ho letto un capitolo sul fedele kindle e, in contemporanea, ascoltandolo in forma di audiolibro. L'intonazione professionale del lettore/attore aiutano la comprensione e mi aiutano a tenere desta l'attenzione.