Argomento a me caro e che mi fa un poco arrabbiare..ne avevamo parlato tempo fa qui:
http://homoreadens.eu/index.php?topic=516.0Al dunque.
Ho letto il link al primo post, e, sarò polemica, ma mi suona come il classico articolo fazioso sull'argomento..
Per carità , non sono un chimico né un ingegnere, ma credo che prima di sparare numeri su presunto scarico di carbonio ecc..bisogna porsi una domanda seria: quanti volumi cartacei sono prodotti ogni anno (compresi quelli che rimangono a fare la muffa sugli scaffali..) e buttati, a fronte di quanti ereaders prodotti e sversati?
Se tutto ciò è menzionato in articolo e non me ne fossi accorta, chiedo scusa.
Mia demenza senile!

Detto ciò, è vero che anche per trasportare i dispositivi dai prodottori ai consumatori, in qualche modo, immettiamo camion e automobili sulle strade (e a tal proposito, viene da chiedersi perché in questo benedetto Paese non sfruttiamo la rotaia!), ma gli ebooks non necessitano gomme per essere venduti...quante camionate di libri cartacei, invece, trasportiamo a destra e a manca ogni giorno? Non mi vengano a dire che è la stessa cosa.
Per produrre un ebook serve un processo di digitalizzazione che al massimo, consumerà energia elettrica, ma gli inchiostri e tutto l'ambaradan di passaggi coinvolti nella stampa, qui non ci sono.
Altro passaggio che non mi è piaciuto è dove l'autore spiega, in poche parole, che per ammortizzare (non so se sia il termine più adeguato) l'impatto ambientale del nostro ereader, dobbiamo leggere più di tre ebook al mese... e che è, un lavoro?
Una sorta di obbligo minaccioso e arrogante che mi ricorda tanto un vecchio spot anti-pirateria che ti diceva che scaricare illegalmente equivale a rubare....
E quindi, per sillogismo..se io leggo un ebook al mese sono un inquinatore?? Mentre invece, se cambio uno smartphone ogni due anni, se mi scaldo a metano in casa, e prendo la macchina dieci volte al giorno invece di camminare, non inquino?
Scusate, ma questo signore è matto.
E poi, non è detto che un ereader non possa durare più di quattro anni, e chi controlla gli scarti degli italiani?
Insomma, se i signori blogger e giornalisti volessero affrontare seriamente l'argomento, ok. Altrimenti, che lascino perdere.