Autore Topic: Influenza della letteratura nella propria vita  (Letto 2601 volte)

sakitatu

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Influenza della letteratura nella propria vita
« il: Agosto 17, 2019, 23:40:33 »
Ciao a tutti! Vi vorrei proporre una piccola riflessione, e sentire i vostri pareri e le vostre esperienze.

Qual è l'influenza che la letteratura ha portato nella vostra vita quotidiana? Quando avete lasciato che essa scavalcasse il confine dell'intrattenimento e dell'evasione, per irrompere nella vostra vita?

Mi farebbe piacere condividere una mia esperienza. Ero uno studente universitario -si parla, ormai, di quasi 20 anni fa. Sociologia. Trento. Tra i banchi si potevano a colpo d'occhio distinguere tre tipologie di studenti: comunisti nostalgici dagli occhi bendati che sbandieravano un neo-stalinismo distorto negando ogni analisi scientifica -fortunatamente ben pochi sono riusciti a concludere gli studi, studenti che pensavano solo a passare l'esame di turno (studiare un testo di Hegel o la lista della spesa della nonna per loro era piuttosto indifferente), e chi studiava per sognare, per progettare un mondo e una propria vita diversa (vi erano due categorie: gli pseudo-intellettuali e i fattoni. Entrambi spavaldi e convinti di possedere la Verità - e io facevo pare del primo gruppo: pseudo-intellettuale "so tutto io").
In copisteria (i libri costavano troppo - si compravano direttamente fotocopiati) e nelle feste universitarie girava una rivista: Decoder della Shake ed. Era una raccolta di interviste di esponenti della controcultura, si passava da interviste a J.C. Ballard e a M. Moorcock, estratti di testi di W.S. Burroghs, verso i testi sovversivi di Hakim Bey, Terence McKenna e Ricahard Stallman, il tutto condito con una vena di cyberpunk.
Ben presto, io ed altri 4-5 compagni, abbiamo iniziato a raggrupparci attorno ad essa. Era il falò che illuminava i nostri sabati sera. Chitarra in mano (rigorosamente Guccini e De André), e via con le letture. Un po' alla volta abbiamo aggiunto i Veda (testi sacri induisti), affiancando letture di romanzi o estratti dei primi romanzi cyberpunk (per chi non lo sapesse si tratta di una corrente della fantascienza nata negli anni '90). Romanzi letti in modo allegorico, ossia come un utilizzo della fantascienza per trovare un pretesto di critica sociale alla nostra contemporaneità. Una sorta di teoria critica in forma narrativa-fantastica.
Dai nostri incontri è nata l'idea di un centro sociale. A Trento mancavano spazi di "libera" aggregazione, erano tutti in mano all'università, a pub o alla chiesa. Non pensavamo però a un luogo dove fare "casino", ma un centro di riflessione, di libertà, un punto di incontro sui temi più scomodi. Avevamo dinanzi a noi il modello di TAZ (zone temporaneamente autonome) del "pirata" Hakim Bey. E così è nato così un po' alla volto il primo centro sociale di Trento. Appena la voce era nell'etere siamo stati contattati dal PCI locale. Avrebbero sovvenzionato tutto loro, purché ci fossimo iscritti al partito. Poi si sono aggiunto nel direttivo un senza tetto distrutto dalle droghe. Da un luogo "libero" come dalle prospettive iniziali, la politica e gruppi di spacciatori si sono ben presto impadroniti di esso, e gli intenti originari sono ben presto andati alla deriva. Chissà se tale volontà di politicizzare ogni forma di aggregazione è tutta italica oppure si trova ovunque... Circa metà del gruppo (me compreso) non abbiamo accettato tali interferenze, e ci siamo chiamati immediatamente fuori. Tre sono rimasti, e due di loro sono divenuti in pochi anni politici di professione. Dal PCI di vent'anni fa ora uno è nei 5 stelle e l'altro nel PD. E il centro sociale esiste tutt'ora, rimane tutt'ora un luogo politicizzato e pieno di spaccio e di ragazzotti alla deriva. Mi piace tuttavia pensare come la critica sociale implicita in alcuni movimenti letterari (il cyberpunk, il post-modernismo di Ballard, la beat generation), abbia influito sulla nascita del centro, e di come alcuni dei loro ideali professati, siano divenuti i nostri, i miei, ideali, che portiamo avanti nella vita d'ogni giorno.... Delle parale scritte su dei pezzi di carta sono divenuti quindi fondandi negli ideali di, quanto meno, un gruppo di (post) adolescenti, pur non avendo mai incontrato o mai sentito parlare chi ha materialmente scritto quei pezzetti di carta.

In questi ultimi anni per una serie di ragioni sono in contatto con gruppi di studenti universitari di Bolzano. Ho sin da subito avuto la curiosità di indagare quanto / come la letterattura o i propri studi abbiano influito sulla propria vita. Volevo capire come si è evoluta la controcultura nell'ultimo decennio -nonostante gli sforzi di alcuni (v. G. Morrison, o Silvano Agosti) di far sì che essa venga a cadere per diventare "cultura" senza "contro" - per capire se avessero avuto esperienze forti come la mia, ma ahimé nella maggior parte di loro vi era una sorta di "accidia" verso una qualsiasi forma di azione individuale o collettiva. Credo di averne conosciuto solamente due ragazzi che cercavano di trovare nei testi studiati un collegamento con i loro valori, e di riversarlo nella propria vita quotidiana.

Voi che ne pensate? Avete avuto esperienze simili?

Caramon77

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Re:Influenza della letteratura nella propria vita
« Risposta #1 il: Agosto 21, 2019, 21:21:59 »
Non così intense. Ho certamente nel cuore testi che hanno cambiato il mio modo di essere e di sentire, magari non stravolgendo tutto, ma con sottili influenze. Parlo soprattutto di Lovecraft e Poe che hanno cementato in me l'ipotesi del fantastico, dell'improbabile e dell'irrazionale, non al punto da essere un visionario, ma portandomi a cercare qualcosa di diverso dal "normale". Questi autori, secondo me, con la "scusa" dell'orrore o del mistero, volevano demolire il convenzionalismo, al tempo anche letterario infatti erano assai meno i generi e la loro opera fu tremendamente anticonformista.

Poi, per seguire la via intrapresa, potrei citare il fantasy, quello più semplice, cioè Dragonlance. Belle storie, non banali, ma non scontate a patto che i buoni restino i buoni.

In ultimo come non citare la grande fantascienza, quella di Clarke, di Pohl e di Asimov. Proiettata decenni o millenni nel futuro per osare tutto e fare della mente la casa di ogni grandiosa visione, anche qui assai diversa dalla realtà comune.

La letteratura forse non mi ha fatto fare grandi cose, ma c'è ancora mezza vita per mettersi all'opera.

Anzi... una cosa me l'ha fatta fare: dal prossimo 24 settembre frequenterò un corso di scrittura creativa. Otto serate da due ore per capire se posso fare lo scrittore (anche solo per me) o se... lo farò comunque (anche solo per me) pur se privo di talento.
Per lui ogni goccia che cadeva era un attimo che moriva. Sentiva il tempo scorrere dentro di lui, e ogni istante non poteva esser più ricatturato.


Al mondo ci sono solo 10 tipi di persone: quelli che capiscono il codice binario e quelli che non lo capiscono.