Ne vorrei approfittare per rchiedere se sia possibile tradurre una poesia lasciandola abbastanza aderente sia come metrica che significato e musicalità propria di ogni lingua.
Avevo iniziato con conoscenti un dibattito su questa questione ma non ho finora trovato una risposta soddisfacente.
Penso che tu, come traduttore potresti darmi un tuo parere, od in alternativa consigliarmi una letteratura che tratti questo argomento.
Ciao, e grazie per l'accoglienza! La questione che poni non è per niente semplice. Come traduttore, mi sono sempre occupato di saggistica e narrativa e non ho mai tradotto poesia perché fosse pubblicata, ma l'ho fatto più volte per il mio diletto. Avevo quindi il vantaggio di avere tutta la libertà che volevo. Di fatto, in genere mi ponevo proprio l'obiettivo che dici: di ricreare un testo che cercasse di rendere sia il senso dell'originale, ma anche la “musica†e una metrica adatta (non necessariamente la stessa dell'originale, sia perché in media le parole italiane sono un po' più lunghe sia perché in lingue diverse alcuni concetti metrici sono proprio diversi: l'inglese si basa più sugli _stress_, gli accenti, mentre l'italiano come sappiamo sul numero di sillabe).
In genere, di fatto, qualcosa si perde quasi sempre. Se si vuole che il verso abbia una scansione perfetta, è facile che si ceda a qualche forzatura per esempio nell'ordine della parole, e quindi alla fine la frase suona meno “naturale†che nell'originale, o viceversa.
Raccolgo le idee e aggiungo qualcosa – di mio o riferimenti ad altro – se mi viene in mente.
Caramon, si può magari spostare questo messaggio in un nuovo thread per mantenere distinti gli argomenti?