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« il: Aprile 19, 2021, 10:19:33 »
Iniziò una tormenta di sensazioni ed immagini. Vedevo il capitano trascinato e picchiato selvaggiamente nel Vietnam. E vedevo anche Marte, morto ed immobile. Due percezioni contemporanee da due spiriti diversi, uno ancora nel suo corpo, uno nella capsula Ciclope. Il capitano piegato a terra e poi buttato in una cella di pali di legno, con voci incomprensibili intorno a sé. E Marte, morto ed immobile.
Poi tutto si invertì. Il capitano Smith poteva riposare, era notte e non accadeva più nulla, mentre Marte era vivo e rabbioso. Il profondo senso di abbandono che Fitch avvertiva e mi trasmetteva era ricoperto di terrore come una ciambella malriuscita lo è di glassa amara e pungente. Il progetto Ciclope era la ciambella. O forse le anime strappate ai nostri compagni, ai nostri commilitoni erano la ciambella? O il buco? Altra fuga dalla percezione, ci provo sempre, ma non ci riesco mai.
Ero su Marte e la sua furia mi veniva incontro. Energia incalcolabile, odio che da millenni non aveva vittime. Ora c'era Fitch.
Poi accadde qualcosa di inatteso: quella cosa che fu parte di Fitch, chiamiamola anima, se volete, fuggì dal presente e richiamò ricordi in sua difesa. Non era previsto. Tutto il progetto si basava sul fatto che lo Yurei non è più umano. Una componente strappata all'uomo che conoscevamo, senza che di lui si trattasse. Come rubare la batteria ad un'auto, niente di grave. Invece ora vedevo un ragazzo che giocava nel bosco e raccoglieva un bastone che aveva lanciato tra le foglie di un cespuglio. Ed ecco che appena oltre la mano il muso distorto di un cane nero mostrava l'abbagliante zanna alzando il naso e ringhiando. Il ragazzo ritraeva la mano. Il cane si avvicinava e continuava a strappare il silenzio. Non c'era altro negli occhi di Fitch, perché quello era di certo Fitch. Era giovane, un ragazzo americano che pensa che ci sia solo futuro, nel suo futuro. Non guerra, dolore, malattia, morte. E poi ancora morte, ma eterna.
Scappava. Il cane era più veloce e saltava.
Capisco che il mondo di Fitch era cambiato in quel momento, perché prima c'erano state state cadute, litigi, uno schiaffo del padre e quella zuffa con il figlio dei Thomson. Ma non aveva mai rischiato di morire. Il cane gli era sopra ed io ero sopraffatto dal terrore e non dovevo mostrarlo, perché se qualcuno intorno a me avesse capito che io ricevevo tanta energia di sicuro il progetto sarebbe proseguito. E dopo tutto questo non lo volevo.
Fitch aveva preso il bastone. Ed io vedevo rosso. Il sangue del cane col bastone nella gola. Fitch aveva combattuto e lo aveva ammazzato. Ecco perché ora Fitch viveva nella capsula Ciclope. Era uno che combatte e non si arrende. Ora mi diceva questo, mi diceva che la sua dannazione eterna nel pianeta maledetto era nata in quel pomeriggio nel Montana, quando aveva lottato ed ucciso. Quando non si era arreso.
Caddi a terra battendo la testa così forte da perdere il legame. Fortunatamente.