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eReading - Libri, fumetti, contenuti in generale => Recensioni e discussioni su libri e prodotti editoriali => Topic aperto da: Caramon77 - Gennaio 26, 2016, 11:06:37
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Da Wikipedia:
Polvere di Luna (A Fall of Moondust) è un romanzo di fantascienza scritto da Arthur C. Clarke, pubblicato nel 1961. È stato candidato al premio Hugo per il miglior romanzo nel 1963 e fu il primo romanzo di fantascienza a comparire nella collana Reader's Digest Condensed Books.
È stato pubblicato per la prima volta in italiano nel 1962, nella collana Urania edita da Mondadori, con tre successive ristampe (1974, 1983 e 2014). Carlo Fruttero l'ha descritto come «Titanic del futuro» nel presentarlo al pubblico per la prima volta.
e inoltre:
Nel XXI secolo, la Luna è stata colonizzata e i suoi amministratori stanno cercando di lanciarla anche come meta turistica per persone facoltose. Una delle sue prime attrazioni è la crociera in battello nel Mare della Sete, una vasta distesa sabbiosa presente nel Sinus Roris. A differenza della regolite che copre la superficie lunare, la polvere che riempie il Mar della Sete è così sottile che scorre come acqua e può essere navigata da speciali battelli, simili a moto d'acqua e gatti delle nevi.
Durante un'escursione dell'"imbarcazione da polvere" Selene, un lunamoto apre una voragine al di sotto del veicolo, che viene sommerso dalla polvere e intrappolato a circa 15 metri al di sotto della superficie. Gli occupanti del veicolo fronteggiano una serie di problemi potenzialmente fatali: riserve d'aria limitate, difficoltà nel disperdere il calore all'esterno, perdita delle comunicazioni con la base e la conseguente impossibilità di chiedere soccorso o fornire la propria posizione. Mentre scorre tempo prezioso, il Selene inizia a riscaldarsi e l'aria diventa irrespirabile;
Poi inizia il salvataggio.
Come detto il libro risale al 1961, ciononostante abbiamo la solita precisione scientifica di Clarke, le solite puntigliose descrizioni di tecniche e tecnologie, il solito stile molto didattico. Non che non sia comunque un romanzo a tutti gli effetti, magari si può imputargli un poco di freddezza, dovuta sia alla evidente passione per l'esposizione delle idee e delle soluzioni, sia allo sviluppo dei personaggi non particolarmente profondo. Le caratterizzazioni sono molto standard, le "manie" sono manie normalissime, i personaggi hanno comportamenti prevedibili e zero mistero.
La storia, invece, è originale e lo è ancora oggi. Il teatro lunare si sposa bene con le vicende, anche se raramente ho precepito lo smarrimento e l'abbandono, nei libri di Clarke, o almeno in quelli che ho letto sinora, la "macchina umanità " tendenzialmente funziona e risolve i problemi e proprio questo aspetto, prevedibile, abbatte il pathos.
In sostanza un libro piacevole per i contenuti tecnici, per la vicenda centrale e per il gusto unico delle produzioni degli anni sessanta in cui la fiducia in una colonizzazione umana dell'universo (o quantomeno del sistema solare) era totale. Scorrevole e mai noioso (cosa che non potrei dire del successivo "Le Fontane del Paradiso" che pure ha vinto importanti premi) è un testo che può far parte del patrimonio di un appassionato, a patto che sia più interessato alla precisione scientifica che alla meraviglia.
Non lo considero irrinunciabile, personalmente leggerei per la quarta volta "Dune" piuttosto che tornare su "Polvere di Luna".