Comunque c'è un fine: che sia svago, passione, informazione, non si leggono parole tanto per "essere nello stato di leggere parole". Altrimenti tanto varrebbe leggere un vocabolario.
Si cerca il testo piacevole o pregevole e questo avviene a causa del bisogno di "godere" o trarre beneficio in altro modo. Il fine c'è. Può accadere di fruire di un opera, o di osservarla od ascoltarla, senza conoscerla, allora può non piacerci o non esserci utile, ma difficilmente la cercheremo una seconda volta. Non credo che si possa considerare uno stato di esistenza di per se la fruizione di un opera scadente.
Secondo me nessuna opera umana può esistere come res, si tratta sempre della volontà di darle una forma e della volontà di fruirne. Certo, c'è un caso limite: opero, o fruisco, solo per permettere l'esistenza dell'opera, non perché mi piaccia, o lo desideri. In questo caso "l'operatore" sta consentendo all'opera di esistere senza un fine, ma lui stesso non sta operando come un'opera meriterebbe, la sta, anzi, servendo.