*BELLISSIMO* :clap:
L'ultimo lavoro compiuto, prima della morte, del vecchio Charles è, a detta di molti, il romanzo che gli conferisce il diritto di essere annoverato, al pari di Shakespeare, tra i più grandi autori britannici della Storia.
Dickens è noto universalmente per i suoi romanzi sociali e di formazione, e "Il nostro comune amico" non fa eccezione, e in più porta con sé un giallo, una morte misteriosa..
Questa volta è molto difficile recensire senza svelarne la trama.
Accanto a dei netti protagonisti troviamo dei comprimari, degli antagonisti, fino ad arrivare ad un vasto caleidoscopio di personaggi le cui personalità sono da Dickens sviluppate più o meno ampiamente, e di cui egli si serve per descrivere e criticare, da perfetto cronista quale è, con il cuonsueto acume, e ironia, un po' tutte le varie sfaccettature della società in cui viveva, tanto largamente stratificata; e così, con gran dinamismo e naturalezza, ci conduce tra il fango del Tamigi e i salotti dei signori.
Dickens denuncia, attacca, stuzzica, ironizza, prende abilmente in giro (divertendosi anche un po', a mio parere) un po' tutti i suoi personaggi senza distinzione; tuttavia la beffa è direttamente proporzionale alla disistima che palesemente alcuni di questi suscitano, in lui, più di altri. Su questo piano abbiamo, probabilmente, il Dickens migliore di sempre.
Ma il vecchio Charles è anche molto abile nel depistare continuamente il lettore seminando ovunque falsi indizi, e narra con sapienza una storia gialla in cui non mancano di certo l'amore, la rettitudine e i buoni sentimenti accanto, manco a dirlo, a egoismo e decadenza morale. E così, pagina dopo pagina, assistiamo all'affermazione in positivo di alcuni, e al netto decadimento di altri. Dickens ci insegna che le convenzioni sociali lasciano il tempo che trovano, che siamo tutti esseri umani potenzialmente corruttibili e ci dice che non sempre le più infime azioni sono commesse da chi viene "dal basso", e ci ammonisce sul ruolo che il denaro ha sulle nostre vite..
Non aggiungo altro per non rivelare troppo sulla trama.
"Il nostro comune amico" è la penultima opera lunga dell'autore. Non sarà famosa come l'Oliver Twist o Grandi Speranze, ma è un gran bel libro che si legge tutto d'un fiato e raramente annoia.