Che distanza c'è fra occhio e pagina?
La distanza ottimale è chiamata distanza di Harmon, va dal gomito all’estremità del pugno, in genere è fra i 30 e i 45 cm. Sotto ai 30 cm avviene un eccesso di convergenza, la quale fa scattare in modo automatico-fisiologico l’accomodazione in quanto i muscoli estrinseci partecipano significativamente all’accomodazione.
Questa "distanza di Harmon" è però stata accolta con una certa perplessità da chi mi ha operato di cataratta;
più o meno mi disse che in realtà si legge con un solo occhio, scelto dal cervello.
Per me sarebbero ca 40 cm, ma esistono tabelle di correzione per i miopi, che scendono ben sotto i 30 cm.
All'atto pratico la mia distanza-comfort (sono miope) è di ca 33 cm.
Scorrere righe lunghe non è riposante, infatti pochi leggono landscape, e le colonne dei quotidiani sono larghe da 4.5 a 6.3 mm.
Quindi forse c'è un "angolo di lettura", dall'inizio alla fine della riga, meno faticoso.
Una riga di testo su un 6" è larga 90 mm, il che significa un angolo di lettura sull'ordine di 14.6°; non considero i margini che sicuramente sono importanti.
Per mantenere lo stesso angolo di lettura su un 7" devo posizionarlo a ca 41 cm.
Chiaro che giocando sui margini l'angolo di lettura su un (pe) 7" diventa uguale a un 6", ma non posso fare l'inverso.
Un libro cartaceo ha testo (larghezza riga, tre libri a caso) fra i 92 e 115 mm.
Guarda guarda, con buona approssimazione la media è un 7" (105 mm) a 40 cm.
Facile deduzione: il formato più simile a libri con testo su carta stampata è il 7".
Il formato più diffuso è il 6", e considerando anche il peso mi par logico.
Chiaro che se fossi su diagrammi/mappe/fumetti etc potrebbe essere differente, e tuttavia mi pare che l'elemento più significativo resti la distanza comfort di lettura.
Buona lettura :)