Rebecca la prima moglie (titolo originale:
Rebecca), di
Daphne du Maurier.
Anno di pubblicazione: 1938.
-- ATTENZIONE--
Su Wikipedia è presente uno spoiler, perciò non visitate la voce.Una giovane donna nel fiore degli anni; un affascinante e ricco gentleman, vedovo da poco. Una splendida magione in Cornovaglia dall'aspetto a tratti spettrale, e una domestica molto zelante, ma dagli atteggiamenti talvolta inquietanti. Ecco servita la ricetta di un portentoso giallo-thriller con tutte le carte in regola, che terrà il lettore col fiato sospeso fino all'ultima pagina.Il grande Maestro del Brivido, mr.Alfred Hitchcock ne trasse, nel 1940, una celebre trasposizione cinematografica, considerata a tutti gli effetti, la primissima pellicola del regista appartenente al cosiddetto "periodo americano".
----TRAMA---Il romanzo è ad opera di Daphne du Maurier, una specialista del genere, e introduce una giovane e graziosa fanciulla che si guadagna da vivere facendo la dama di compagnia di una facoltosa signora dell'alta borghesia che in quel momento si trova in vacanza a Montecarlo. Lì, la signorina (della quale non si conosce il nome) fa conoscenza con Maxim De Winter, un uomo molto ricco e tragicamente rimasto vedovo. Egli appare ombroso, distante, è a tratti scontroso; su di lui incombe un mistero..
sua moglie, Rebecca, è morta da pochi mesi in circostanze tragiche e non del tutto chiarite, e Maxim, che da allora non riesce a darsi pace, fugge, quasi, da Manderley (la sua residenza), forse per dimenticare per sempre..
La graziosa fanciulla (che è parecchio più giovane di lui) riesce, però, a restituirgli il sorriso. I due s'innamorano e lui la porta a vivere nella sinistra Manderley. A dispetto della sua scettica datrice di lavoro, la giovane dama di compagnia diventa così la nuova signora De Winter, ed ella sembra essere sulla soglia di un mondo dorato.. ma come spesso accade, le apparenze non sono quello che sembrano, e la favola sembra destinata a concludersi prematuramente.
---CONSIDERAZIONI---Rebecca, la prima moglie mischia sapientemente elementi tipici del giallo classico con quelli del noir e del dramma sentimentale. Le atmosfere caratteristiche del genere gotico, assai in voga nel romanzo britannico di metà Ottocento, accompagnano il lettore per quasi tutto il romanzo, e riescono a coinvolgerlo in un alone di ansia e mistero.
Il ritmo della narrazione parte forse un po' lento, ma si fa via via più incalzante. Nella seconda parte, il giallo sembra svelarsi poco a poco e sempre di più; tuttavia, il finale non è assolutamente scontato, né facilmente prevedibile. L'abilità dell'autrice fa sì che il lettore intuisce, pagina dopo pagina, come potrebbero essere andate le cose, ma riuscirà ad appurarlo solo alla fine.
Lettura che consiglio a tutti gli amanti del giallo e del noir.
