Autore Topic: Fantascienza "di genere"  (Letto 4043 volte)

Senzapre7ese

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Fantascienza "di genere"
« il: Marzo 01, 2016, 15:25:00 »
Ho scritto una riflessione sulle questioni di genere, sessualità, genitorialità alternative nella fantascienza
 in particolare nella space opera.
La mia idea è che la fantascienza sia in grado di allenare la mente alle diversità culturali, superando l'idea di "famiglia naturale".

In questi giorni più che mai sento l'esigenza di discuterne, spero al di fuori di contrapposizioni politiche.

Ecco un brano:

La space opera è anche, da sempre, l'oggetto di ogni indagine antropologica: l'incontro con l'altro, l'alieno nel senso etimologico del termine. Immaginando società altre (che si tratti dell'umanità del futuro o di altre forme di vita), la space opera porta allo scoperto una verità che gli antropologi conoscono da sempre: la natura culturale di tutte le forme di società, umane e no, e di conseguenza delle relazioni tra i sessi.
« Ultima modifica: Marzo 01, 2016, 15:28:40 da Senzapre7ese »

Caramon77

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Re:Fantascienza "di genere"
« Risposta #1 il: Marzo 01, 2016, 16:57:20 »
Curiosa posizione. Credo che non sia una palestra di tolleranza. Il diverso astratto è facile da accogliere, meno lo è il diverso che conosciamo. Inoltre leggendo o guardando fantascienza non ci sentiamo lesi o potenzialmente lesi dal diverso e, spesso, le differenze culturali sono accettate poiché dovute anche ad una differenza di specie.

Al contrario nella vita il diverso è pur sempre umano e questo ce lo rende ancor più antipatico, poiché giudicato potenzialmente in grado di conformarsi a noi (se lo riteniamo doveroso), ma non intenzionato a farlo.

Inoltre nella fantascienza il diverso è accettato come tale, nella realtà, al contrario, rischi di venire additato di mille peccati solo per aver "riconosciuto" una diversità, è divenuto un ridicolo tabù, quando la verità è che la natura stessa desidera e promuove la diversità, come formula di successo evolutivo.
Per lui ogni goccia che cadeva era un attimo che moriva. Sentiva il tempo scorrere dentro di lui, e ogni istante non poteva esser più ricatturato.


Al mondo ci sono solo 10 tipi di persone: quelli che capiscono il codice binario e quelli che non lo capiscono.

Senzapre7ese

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Re:Fantascienza "di genere"
« Risposta #2 il: Marzo 01, 2016, 17:27:52 »
Non dico che la fantascienza ci porti ad accettare la diversità, ma a comprenderne l'esistenza (come del resto molta narrativa). Indipendentemente da come giudichiamo le altre culture, il fatto stesso che le "incontriamo" ci spinge a riflettere che il nostro modello non è l'unico possibile.
E comprenderne la possibilità, è, secondo Wittgenstein, segno che è una forma di vita potenzialmente umana.

Sull'alieno: a dire il vero molti degli esempi che ho fatto riguardano la specie umana, o umanoidi modellati sugli umani (del resto è impossibile immaginare realmente l'alieno).

Caramon77

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Re:Fantascienza "di genere"
« Risposta #3 il: Marzo 01, 2016, 17:52:50 »
E' curioso come Massimo Mongai tratta l'alieno nel suo "Memorie di un cuoco d'astronave". Pensa che è necessaria una "profilassi" psicologica per non incorrere in crisi di rifiuto e ribrezzo alla sola vista degli alieni. E' un ebook gratuito che ho iniziato qualche giorno fa.

Io credo che la letteratura non aiuti, perché è pur sempre fantasia. I fragili meccanismi di alterazione della percezione del diverso sono presto devastati dalla realtà, se parliamo di tolleranza verso usi e costumi per noi dannosi.

Se non c'è danno è facile accettare il diverso.

In sostanza, essendo la letteratura di fantascienza, inventata, non può "migliorare" o convincere nessuno, poiché le tematiche sono tirate fuori dalle opinioni e dalla volontà dello scrittore. Diverso sarebbe se si trattasse di un saggio storico, ma, anche qui, c'è sempre il dubbio sulla veridicità.

Comunque è più utile leggere "Schindler's List" che una Space Opera.
Per lui ogni goccia che cadeva era un attimo che moriva. Sentiva il tempo scorrere dentro di lui, e ogni istante non poteva esser più ricatturato.


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Re:Fantascienza "di genere"
« Risposta #4 il: Marzo 01, 2016, 19:13:40 »
Al contrario credo che la storia non insegni niente. E lo dico da insegnante di storia!  :laugh:
Pensa all'olocausto: studiarlo, celebrare il giorno della memoria, guardare ogni anno "Il bambino col pigiama a righe" non cambia il fatto che stiamo replicando gli stessi pregiudizi di allora sugli stranieri. Allo stesso mondo studiare le migrazioni italiane del '900 non mi pare che abbia aperto la mente nei confronti dei migranti.
Dopotutto forse la fantascienza non educa alla tolleranza né più né meno di altre forme di letteratura, ma ha avuto questo ruolo nella mia formazione. Credo sia anche merito della fantascienza se alla facoltà di Lettere ho scelto un percorso antropologico.
Comunque mi fa piacere confrontarmi con la tua posizione diametralmente opposta!

Caramon77

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Re:Fantascienza "di genere"
« Risposta #5 il: Marzo 02, 2016, 09:07:09 »
Comunque mi fa piacere confrontarmi con la tua posizione diametralmente opposta!

E allora te lo sei voluto tu  :tongue:

Il pregiudizio non si sana poiché ogni volta si basa su un fattore predominante: la presenza della persona nei fatti. Un fatto letto permette con molta facilità di allontararsi da esso e pretendere, dai protagonisti inventati o reali e citati, una distanza anche morale: "Non mi sarei comportato così".

Un fatto vissuto, o un momento storico vissuto, anche senza un "danno" diretto a noi stessi, ci permea e rende vera la paura che, spesso, è alla base del pregiudizio. "PRE-giudizio", ovvero giudizio espresso prima di sapere. Siamo sicuri che questo sia sempre avvenuto, nella storia, PRIMA di sapere? PRIMA di conoscere? O, talvolta, avviene avendo visto e conosciuto, magari col difetto della visione e conoscenza superficiale, imperfetta. PRE ha un suo senso, se io devo esprimere un giudizio su qualcuno, quando questo qualcuno mi ha già rovinato, non mi serve a granché. Ecco che il PREgiudizio è utile, può anche salvarmi. E' certamente legato alla paura.

La paura raccontata è una riflessione, la paura vissuta è una miccia per gli istinti di protezione della persona, del suo gruppo, della sua "gens".

Quindi abbiamo, nella ricetta, la paura. Un sentimento che vive nel presente.

Poi va detto che la protezione di sé e dei propri "simili" è nel codice genetico di ogni bestia. L'uomo DEVE proteggere sé ed i propri "simili" perché è scritto che sia così, "la storia insegna" ( :clap: ) che è sempre stato così e spesso si tende a considerare ciò che è naturale come "giusto", magari non in senso morale, ma certamente in senso utilitaristico, e, alla Natura, non interessa altro.

Quindi abbiamo, nella ricetta, la paura e la natura.

Abbiamo quindi detto che qualcosa la storia insegna. Insegna che, osservandola, si trovano risposte. Forse non ai perché, ma certamente alla domanda "è stato così altre volte?". La storia quasi sempre insegna che lo è stato.

La storia, inoltre, dovrebbe insegnare, prima di tutto a chi la tratta come cosa familiare, che nel tempo stesso in cui una persona è vissuta, spesso, ha avuto torto nel giudicare. Dal '30 al '45 il popolo germanico ha avuto torto a giudicare corretta la condotta del popolo germanico (mettendoci anche gli Austriaci che erano i più feroci contro gli ebrei, vedi "La ricerca della Memoria" di Kandel).

Perché oggi dobbiamo presumere di avere ragione, nel condannare la condotta del popolo quando usa il pregiudizio per difendersi? E soprattutto: secondo quale buffa teoria delle persone nate in luoghi diversi, da società aventi storia e costumi diversi, talvolta con religione diversa, devono vedere tutta questa preziosa diversità cancellata? Secondo quale irrealistica teoria dovremmo essere "tutti uguali" (natura ce ne scampi!)?

La diversità è un fatto e dovremmo essere grati della sua esistenza, e rispettarla, ma non solo quella degli altri, anche la nostra.
Per lui ogni goccia che cadeva era un attimo che moriva. Sentiva il tempo scorrere dentro di lui, e ogni istante non poteva esser più ricatturato.


Al mondo ci sono solo 10 tipi di persone: quelli che capiscono il codice binario e quelli che non lo capiscono.