1) brava, per le bustine, ricordiamoci sempre che qui nessuno si è dichiarato medico, ma direi che male non fanno. Scrivo "direi" perché esisterà di certo una qualche patologia antipatica che non risulta compatibile con l'assunzione di qualcosa, perciò ognuno pensi per se :-) - FINE DEL DISCLAIMER OBBLIGATORIO -
2) non sei disoccupata, sei la persona che cura la casa. Una volta quando questo era... diciamo imposto culturalmente, nessuno metteva in dubbio che fosse un ruolo necessario. Proprio necessario, al punto che si diceva "la donna deve curare casa e figli, l'uomo procurare il denaro". Ora... l'imposizione ha stimolato la revisione, l'emancipazione. Che ha reso antipatico il ruolo e rivedibile il suo assegnamento, ma ha anche impoverito il ruolo stesso della sua fondamentale importanza. Ora la donna è passata dal curare la casa chiedendo, a diritto, la possibilità di far carriera come l'uomo a dover lavorare E curare la casa, con la collaborazione, talvolta dell'uomo, ma non sempre. Ecco che torno ad affermare: non sei una disoccupata, sei una che invece che fare due lavori ne fa uno, tutto qui.
3) distrazioni, eh... distrazioni... millemila per me, ma noto che quando un libro mi prende la lettura risale la scala delle priorità . Forse il trucco è tutto qui.
Torno a consigliare ai telespettatori di meditare sulla possibilità , opportunità , giustezza del concertare con la propria famiglia uno slot di trenta minuti di isolamento. Tempo per sé non a spizzichi e bocconi, ma monolitico, richiesto/preteso come diritto, non come favore, e concesso, per equità , anche agli altri componenti della famiglia.
Trenta minuti, per una passeggiata fino alla panchina, alla biblioteca più vicina, al molo, al bosco, o dove vi pare, per leggere in pace dieci pagine.